Per cominciare, due cose: il libro di Nadia Alba Agustoni è in dialogo permanente con autrici e autori, magnetici e potenti come punti cardinali, ed è politico. Due sono anche i temi, fondamentali e cocenti: la «lotta di classe», che qui torna e torna, esplicitamente nominata e per due volte definita dalla propria stessa purezza, e il non binarismo di genere. Per trattare in poesia argomenti così, ci vogliono un tratto leggerissimo e un carattere (umano e tipografico) assai fermo. Agustoni li possiede entrambi, compone testi limpidi come cristalli: realissimi, taglienti e, insieme, visionari. A cominciare dalla struggente malinconia del titolo, Avrei voluto da giovane solo vivere rivendica – senza una lacrima – un desiderio e, soprattutto, un progetto di libertà, perché l’esistenza, singola e irriproducibile, di ognuno, costruisce il corpo del quale ciascuno dispone e disporrà per tutta la vita, al di là di ogni genere, costrizione, etichetta. Nadir, nome maschile arabo che abita le pagine di questo libro, è una variante minima di Nadia, primo nome dell’autrice, che contiene però pure il nome dell’Alba, in luminosa progressione, dal punto più in basso rispetto all’orizzonte (appunto il Nadir) al sorgere di qualcosa di nuovo. Ma il sorgere – o risorgere – non riguarda soltanto chi scrive, come sempre in Agustoni, bensì il plurale che si aggira nelle sue pagine limpide, e include quelli che la società ritiene scomodi, o irrilevanti, com’è pure la classe operaia, quasi socialmente morta, nonostante la schiera di vittime del lavoro, spesso nascoste, spesso dimenticate. Ma che libri di poesia come questo si ostinano a non abbandonare. Maria Grazia Calandrone
- 978-88-9380-289-5
- 2024
- €15.00
Nadia Agustoni (1964) scrive poesie e saggi. Suoi testi sono apparsi su riviste, antologie, lit-blog. Tra i suoi libri Lettere della fine (Vydia 2015, premio ex-æquo Bologna in Lettere Interferenze 2017, ora ristampato con testi aggiunti), Racconto (Aragno 2016), I necrologi (La camera verde 2017), Gli alberi bianchi (Pordenonelegge-Lietocolle 2020) e [la casa è nera] (Vydia 2021, premio Tirinnanzi 2022).